Solo poche righe non bastano per descrivere un paese bello e affascinante come la Polonia ne per parlare del vuoto emotivo che mi ha procurato quando sono dovuto rientrare in Italia. Solo poco dopo le undici il nostro volo sorvola la grande pianura che accerchia la capitale, Varsavia, e con nostra profonda gioia scopriamo che la fitta coltre di nubi stava nascondendo ai nostri occhi ansiosi un paesaggio invernale da poco imbiancato di una soffice e gelida neve . Al mio fianco ci sono Massimo Evandri e Roberto Barichella, due amici fotografi unitisi all’ultimo momento ma che hanno reso il tutto ancora più speciale e con i quali credo di aver legato molto come del resto credo di aver legato con Marek Pomaski, il nostro contatto e guida che nei giorni successivi ci avrebbe condotto alla scoperta del grande sopravvissuto, il bisonte europeo, all’interno dei più remoti angoli della foresta di Bialowieza. Non è tardi ma il viaggio è lunghissimo. Infatti la foresta di Bialoweiza dista circa 250 km a est di Varsavia sul confine bielorusso. Una distanza quasi siderale considerando il fatto che la maggior parte delle strade che dobbiamo percorrere sono a basso scorrimento e per lo più ricoperte di neve se non ghiacciate in certi punti. In fatti per percorrere tale distanza impieghiamo quasi cinque ore e mezzo e per fortuna che alla guida c’era Mariusz senza ombra di dubbio molto pratico nell’affrontare tali situazioni al volante del suo super gommato da neve suv. La sera ad accoglierci una calda e accogliente baita situata ai margini nella foresta nel piccolo borgo di Biebrza. Un edificio costruito in gran parte in legno e inserito in un contesto dove il tempo sembra essersi fermato in positivo, dove ancora il sapore delle cose buone di un tempo permane e permea un pò ogni cosa rendendo tutto un pò più magico. Non riesco ad immaginare scenario migliore dove scorgere l’obiettivo della prima parte del nostro viaggio. La foresta di Bialoweiza è un grande territorio che si estende dalla Bielorussia alla Polonia e che ingloba in quest’ultima, nella zona della Puszcza Bialowieska, l’omonimo parco nazionale tra i più antichi d’Europa fondato agli albori del 1932 a fronte delle esigenze di conservazione che furono dedicate a questa vasta e meritevole area. Il parco infatti ospita nel suo complesso un raro esempio di foresta primordiale europea ancora intatto nel suo aspetto e nella sua complessa biodiversità, dove non sarà difficile scorgere querce secolari, oltre centoventi specie di uccelli, animali meno diffidenti come l’alce ,il lupo,la lontra,i cervi e il bisonte europeo * che annovera un branco stimato sui 260 capi,uno dei più grandi in natura.
Alla sera ad aspettarci,anche il giorno successivo, una gustosa cena a base di cucina polacca che per i miei gusti non è affatto male,anzi, diversa sì dal nostro modo di cucinare ma sicuramente di buon gusto.Una tavola sempre ben apparecchiata dove abbiamo potuto esplorare i tipici piatti del posto come la carne di maiale affumicata, ottima se accompagnata da una delle tipiche zuppe a base di barbabietola come il Barszcz.Di particolare gusto il Bigos che è uno stufato di carne ,credo capriolo e cinghiale con contorno di crauti e salsa ai funghi e i mitici Pierogi, una sorta di ravioli che possono essere ripieni sia di carne che di formaggio,molto buoni e dei quali abbiamo ben presto fatto razia!Naturalmente non è mai mancato un buon tè o qualche infuso di frutta servito anche nei pasti principali assieme a qualche liquore tipico e l’idromele.Insomma,seppur lontani da casa non abbiamo affatto patito la lontananza della nostra cucina………..Poi il caminetto dove prima di coricarci in attesa del giorno futuro ci ritrovavamo per riscaldare i nostri animi, dare uno sguardo agli scatti del giorno trascorso e perchè no anche dialogare di fotografia.Per me nonostante il gaf della lingua, con il mio inglese stropicciato,l’aiuto di roberto che sicuramente lo parla benissimo e un pò di improvvisazione gesticolare è stato anche un profondo momento di scambio culturale su come noi e i nostri amici polacchi interpretiamo e viviamo la fotografia cosiddetta naturalistica,è stato bello. Con Mariusz, la nostra guida, ci siamo sentiti sempre sicuri, anche quando nel primo giorno tra una sessione e l’altra in una tappa di spostamento ci siamo letteralmente “insabbiati” nella coltre di neve faticando non poco con pale da neve e spinte per riuscirne fuori e dopo il primo inizio un pò sfortunato per la presenza di altri fotografi che inavvertitamente hanno spaventato i pochi bisonti presenti alla fine sull’ora del tramonto siamo riusciti ad avvistare una bela mandria di circa cinquanta esemplari e a fare le prime foto. Mariusz con sguardo attento ci ha dato la possibilità di avvicinarci a meno di trenta metri sempre però rimanendo vigile sui segnali comportamentali dei bisonti anche perchè si sa che sono animali molto territoriali e di certo il nostro intento non era quello di scatenare una carica da parte del branco o di uno di essi.
- Bisonte europeo ripreso all’interno della foresta di Bialowieza – polonia
* Il Bisonte europeo (Bison bonasus) rimane il più grande mammifero terrestre presente in Europa ed anche il più “primitivo”, sopravvissuto delle ultime glaciazioni sicuramente memore di un passato glorioso agli inizi del secolo era presso che estinto in natura e fu solo ad una rapida azione dell’uomo che tramite un programma di ripopolazione perpetrato a spese di alcuni esemplari tenuti in cattività con successo lentamente si riuscì a reintrodurre la specie in questi ambienti e contemporaneamente si riuscì anche (cosa rara) a sensibilizzare la popolazione ad una sua maggiore tolleranza che alla fine dei conti non ha che apportato benefici anche alle esigenze degli abitanti stessi,insomma un grande esempio di come la natura se accolta e rispettata può convivere pacificamente con l’uomo e dare i propri frutti.In misure il bisonte è un animale, un bovide, che misura sui tre metri di lunghezza e fino ai due metri e venti al garrese con una stazza che oscilla dai 300 kg negli esemplari più piccoli agli oltre 950 kg nei maschi più imponenti.Territoriale, a volte schivo, è comunque un animale sociale che ama vivere in branchi (mandrie) talvolta misti aventi la duplice funzione di protezione dai predatori e dalle intemperie.Spesso infatti i membri più deboli si rifugiano all’interno e c’è sempre una certa rotazione, uno spettacolo per gli occhi vederli avvicinare in spazio aperto dove sembra che siano più confidenti proprio perchè riescono a gestire meglio la presenza di eventuali predatori che invece all’interno della foresta sarebbe più difficile scorgere.Foresta che però gioca sempre un ruolo importante nella loro biologia poichè spesso la notte e nel periodo estivo dove è più facile trovare il cibo essi vi si rifugiano rimanendo quasi ombre invisibili ai nostri occhi.
Concluse le sessioni sui bisonti, dove per giunta siamo riusciti a fotografare anche un gruppo di caprioli durante un incessante tormenta di vento a – 15°C che spazzava via la neve con ritmo incessante dando un tocco d’atmosfera alla scena, la tappa successiva del viaggio si è spostata in una zona rurale Tra Modlin e Kutno dove L’ormai nostro amico Mariusz ci ha salutato lasciandoci nelle mani di Marcin Nawrocki e Mirek Gasiorowski, altre due guide sue amiche ed esperte conoscitrici della zona dove hanno allestito alcuni capanni per l’avvistamento delle *aquile di mare dalla coda bianca e altri rapaci.
Qua l’avventura è divenuta meno intensa ma non meno piacevole,i capanni si sa ispirano “meno avventura”, sono più comodi, c’è meno contatto ed esposizione ma l’opportunità di avvistare nel loro ambiente questi grossi rapaci è stata molto appagante.Come del resto è stato appagante di nuovo scoprire alcune specie che non avevo mai visto come il Picchio rosso mezzano, il Corvo comune, il Ciuffolotto, le Taccole e il castoro (non sono riuscito a fotografarle tutte però) e riscoprirne altre già osservate come le poiane comuni,quì molto variabili come abito e colorazione, le ghiandaie, i fagiani, le gazze …………………* L’ aquila di mare dalla coda bianca (Haliaeetus albicilla) é dopo gli avvoltoi uno dei più grossi rapaci europei.Essa vive e nidifica in prossimità del corso di grossi fiumi,coste e laghi interni dove localmente può risultare anche abbondante e costituire numerose aggregazioni.La Polonia vanta ad oggi una delle sue più grandi popolazioni seconda mi pare solo alla Finlandia.La fonte principale di cibo di questo rapace è il pesce ma spesso si adatta anche ad abitudini necrofaghe cibandosi dei resti di altre prede.
La popolazione osservata con l’aiuto di Marcin comprede molti individui giovani che hanno un colore marrone scuro e quasi ricordano per forma e dimensioni degli avvoltoi, qualche subadulto e un individua adulto chiamato dai locali Gandalf per il colore del suo piumaggio,uno splendido bianco frammisto a grigio che ne delinea un individuo regale e combattivo,fiero,maestoso.
Bene!! adesso non mi resta che concentrarmi sui progetti presenti ma il mio cuore sente che presto farò ritorno in questa terra desolata dove ancora il concetto di selvaggio riecheggia ancora forte nelle fitte foreste e dove le persone sono più gentili, incatenate tra le loro tradizioni e l’avanzare inesorabile del progresso,una terra che nella sua immensa semplicità mi ha stregato l’animo.