Dietro ad ogni scatto e forse ancor di più per quelli riguardanti la fotografia naturalistica esiste una storia che varrebbe la pena di esser raccontata con le sue vicissitudini e mille sfaccettature ma che invece, spesso purtroppo, viene omessa da noi fotografi colti dall’enfasi del risultato finale, la foto stessa.Dietro ad ogni scatto e forse ancor di più per quelli riguardanti la fotografia naturalistica esiste una storia che varrebbe la pena di esser raccontata con le sue vicissitudini e mille sfaccettature ma che invece, spesso purtroppo, viene omessa da noi fotografi colti dall’enfasi del risultato finale, la foto stessa.
A mio avviso che si tratti di macro fotografia, paesaggio, fotografia di animali o qualsiasi altro genere fotografico il fotogramma finale non è altro che l’ ultima parte di un processo ben complesso e articolato, una creazione che a volte prima ancora che sul campo può trovare il suo concepimento nella nostra mente, essere quindi sognata e magari essere vissuta come un’ avventura entusiasmante e ricca di ricordi che anche nel tempo rimangono vividi e forti nella memoria di chi come me li ha vissuti ma che da un altro punto di vista potrebbero anche servire come stimolo e a completare un “disegno” più ampio di ciò che spesso proponiamo.
Raccontare ad esempio i lunghi preparativi prima di un viaggio importante, la minuziosa perizia con cui si può scegliere una location giusta dove possa passare l’animale giusto, si potrebbe parlare degli estenuanti avvicinamenti nei luoghi in cui mi apposto spesso percorsi di notte per poter arrivare in location prima che gli animali possano vedermi o sentirmi, spesso luoghi in aree impervie e desolate, lontane dalla città dove ancora in parte si respira quell’aria selvaggia della wilderness che ancora oggi permea e invade queste ricche zone quasivergini , può esserci regalata da questi luoghi magici e dimenticati.